Sesto al Reghena (PN)

Nella pianura friulana dalle atmosfere misteriose, dove l'aria mattutina profuma intensamente di storia millenaria e di umido terrore felino dalle sfumature ancestrali, sorge maestosamente Sesto al Reghena, uno dei borghi più autenticamente belli d'Italia dalle tradizioni ininterrotte. Un luogo così incredibilmente antico e carico di memoria che persino i suoi gatti aristocratici sussurrano maliziosamente in un dialetto veneto-friulano medievale dalle cadenze ipnotiche. Il suo cuore pulsante e spirituale è la magnifica Abbazia di Santa Maria in Sylvis, un complesso monastico fortificato che sembra uscito direttamente da un film epico di fantasy, completo di fossato difensivo e mura possenti che hanno visto passare silenziosamente di tutto, dagli Ungari inferociti e saccheggiatori ai turisti giapponesi contemporanei armati devotamente di selfie stick tecnologici.

La nostra avventura indimenticabile inizia drammaticamente con un incontro assolutamente fatale: un siamese imponente di bell'aspetto e di corporatura decisamente notevole, che trasudava naturalmente un'aria minacciosa da "padrino" indiscusso del quartiere storico. Con la scaltrezza raffinata di un agente segreto in missione delicata, lo abbiamo abilmente corrotto con degli snack prelibati, comprando strategicamente la sua indifferenza temporanea ma preziosa. Approfittando sapientemente della tregua diplomatica, abbiamo condotto cautamente Gigia nel giardino verdeggiante e incantato dell'Abbazia secolare. Lei, naturalmente regina per diritto divino, ha immediatamente dichiarato con autorità quel prato perfettamente curato e manicurato suo dominio personale e incontestabile, esaminando metodicamente ogni singolo filo d'erba con la concentrazione assoluta di un giardiniere reale dalle competenze botaniche e rifiutandosi categoricamente di andarsene dal paradiso terrestre.

Il dramma teatrale esplode improvvisamente al nostro ritorno nella piazza storica dalle pietre millenarie. Il siamese dominatore, finito completamente lo spuntino diplomatico, ha finalmente posato i suoi occhi penetranti e giudicanti su Gigia innocente. Non fu un semplice miagolio territoriale, fu un'aria d'opera lirica dalle note drammatiche, un grido acuto di tradimento e offesa mortale che probabilmente traduceva eloquentemente: «SALTAFUORI IMMEDIATAMENTE! STRANIERA INDESIDERATA! NEL MIO REGNO SECOLARE!» Gigia, la serenità assoluta fatta gatta dalle maniere impeccabili, ha sopportato stoicamente l'isteria felina con la sua solita compostezza regale e imperturbabile, come una duchessa raffinata infastidita momentaneamente da un calabrone particolarmente molesto e insistente.

Tuttavia, per evitare saggiamente che gli artigli affilati volassero pericolosamente (e potenziali danni oculari irreparabili), abbiamo optato diplomaticamente per una ritirata strategica e ben orchestrata. Il mio fedele amico ha sollevato delicatamente Gigia sulla sua spalla protettiva, trasformandola magicamente in un'altezza imperiale e assolutamente sicura dalle minacce terrestri. Ma il boss siamese territoriale non era certamente tipo da arrendersi così facilmente alla sconfitta. Ci ha seguiti implacabilmente per tutta la piazza acciottolata, intonando melodicamente il suo lamento da tragedia greca dalle sfumature shakespeariane, fino a quando, in un culmine esplosivo di furore incontrollabile, non ha lanciato coraggiosamente un assalto diretto alle gambe del mio povero amico. La scena surreale era così incredibilmente comica e teatrale che siamo scoppiati fragorosamente in una risata liberatoria e contagiosa, fuggendo velocemente verso la salvezza culinaria prima che il boss felino potesse chiamare strategicamente i rinforzi del vicinato.

Il nostro rifugio salvatore? L'incantevole Hotel Ristorante in Sylvis dalle atmosfere fiabesche, un posto magico che profuma intensamente di legno antico e storie secolari dalle trame misteriose. E qui, precisamente in questo tempio gastronomico, Gigia ha fatto il suo ingresso trionfale e memorabile. Mentre noi umani comuni ci accontentavamo modestamente del menù tradizionale, a Gigia è stato offerto generosamente un intero filetto di manzo crudo di qualità superiore, gratis e spontaneamente, dovesse solo averne avuto il minimo desiderio culinario. Lei, con il disinteresse aristocratico di una top model internazionale a dieta rigorosa, ha degnato regalmente l'offerta preziosa di uno sguardo vago e distaccato, preferendo chiaramente l'attenzione smisurata e devota di tutto il personale qualificato e degli altri ospiti affascinati, che erano completamente ipnotizzati magneticamente dal suo sguardo smeraldo penetrante e dalla sua natura imperturbabile dalle sfumature divine. Era indiscutibilmente l'attrazione principale dell'evento, la star indiscussa per cui tutti, dal cameriere professionale allo chef rinomato, avrebbero fatto letteralmente di tutto pur di conquistare un suo favore regale.

E così, Sesto al Reghena ci ha regalato generosamente non solo un'affascinante lezione di storia vivente tra le mura sacre dell'Abbazia (di cui, è doveroso ammettere, abbiamo potuto ammirare solamente gli affreschi esterni di bellezza artistica a causa della chiusura temporanea), ma anche una memorabile lezione pratica di gerarchia felina dalle dinamiche complesse. Ci ha insegnato saggiamente che anche nei borghi più autenticamente belli d'Italia dalle tradizioni inviolabili, la legge locale è spesso dettata inesorabilmente da un gatto siamese autoritario con un complesso napoleonico dalle ambizioni territoriali, e che l'unica cosa più potente del suo rancore felino è il magnetismo irresistibile di una gatta che sa perfettamente di essere una regina per diritto divino, soprattutto quando rifiuta elegantemente un filetto di manzo pregiato offerto devotamente.